22.03 - Con il decreto di nomina dell'AdS o con decreti successivi, il GT può limitare la capacità di agire del beneficiario?

Come già detto, l'Amministrazione di sostegno è volta a conservare la sovranità gestionale dell’interessato. Pertanto, laddove non ci siano ragioni significative che orientano per una diversa soluzione, il Beneficiario resta essenzialmente “padrone di sè”. Così, egli può ricorrere al giudice per domandare la revoca della misura di protezione, come pure indicare al giudice che cosa vorrebbe che venisse deciso riguardo alle decisioni da prendere, e altresì indicare la persona desiderata come amministratore di sostegno. Egli, poi, deve essere sentito dal giudice tutelare in ogni frangente cruciale. 

Detta sovranità gestionale riguarda altresì l'ambito negoziale. Infatti, il Beneficiario - come stabilisce chiaramente l'art. 409 c.c. - conserva la capacità di agire per tutti gli atti che non richiedono la rappresentanza esclusiva o l'assistenza necessaria dell'amministratore di sostegno; e  può in ogni caso compiere gli atti necessari a soddisfare le esigenze della propria vita quotidiana.

La conservazione tendenziale di ampi margini di sovranità viene assicurata, nell'Ads, anche al Beneficiario infermo di mente. A questo riguardo, il giudice è chiamato a porre in relazione il tipo di atto che si tratta di compiere e la patologia che viene in considerazione. L'incidenza sulla capacità di intendere e di volere non è, infatti, sempre uguale, ma dipende dal tipo di patologia.  

Dunque, l' Ads conserva il più possibile la capacità di agire del Beneficiario, quand'anche si tratti di beneficiario afflitto da una disabilità psichica. Una limitazione della capacità legale di agire potrà/dovrà intervenire nei casi in cui si renda necessaria per proteggere il beneficiario.


Cosa cambieresti o aggiungeresti rispetto alle indicazioni di cui sopra?