No: la capacità legale di agire contemplata dal codice civile è una categoria giuridica e riguarda la sfera negoziale dell'agire umano. La capacità legale di agire, più precisamente, riguarda gli effetti giuridici degli atti e dei contratti che una persona compie nella propria quotidianità.
Sono, dunque, estranee ad essa le attività umane dalle quali non scaturiscono effetti giuridici.
Così, ad esempio, la partecipazione alla comunità (art. 19 CRPD), il muoversi (art. 20), l'avere accesso a beni e servizi (9 CRPD), il poter lavorare, sotto il profilo della idoneità dell'individuo a fare qualcosa di utile per la comunità (art. 27 CRPD) riguardano la possibilità materiale (e non giuridica) di entrare in relazione col mondo esterno. Si tratta di aspetti pre-giuridici, che riguardano lo sviluppo della persona, e l'espressione della personalità. Come tali, essi sono esercitati anche dal minore di età.
Questi profili riguardano, più che la capacità di agire, il concetto di agency (su cui ha scritto Amartya Sen) cioè l’effettiva possibilità ed abilità di azione da parte dell’individuo stesso, di perseguire scopi e obiettivi cui egli assegna valore, indipendentemente dal fatto che questi abbiano o meno una ricaduta nella sfera giuridica dell'esistenza.
Il concetto di agency è molto legato a quello di empowerment che significa assumere potere e divenire coscienti del proprio valore: sviluppare o acquisire capacità per agire nella propria vita. L'Ads è, a sua volta, strumento per sostenere la capacità legale di agire per l'agency e l'empowerment della persona con disabilità.
Per questo, l'Ads deve durare il meno possibile e “tendere alla propria fine”: stare accanto alla persona solo se serve, nel modo più discreto possibile e lavorando perché domani essa serva meno di oggi.