20.13 - Quali sono i profili di responsabilità disciplinare per l’AdS avvocato?

L’avvocato AdS è tenuto a svolgere le funzioni assegnate anche nel rispetto delle norme previste dal codice deontologico e con esclusivo riguardo a cura ed interessi del beneficiario.

Pregnante l’art. 24 del Codice deontologico sul conflitto di interessi, che tutela la condizione astratta di imparzialità e di indipendenza dell’avvocato e che mira ad evitare situazioni che possano far dubitare della correttezza dell’operato dell’avvocato e quindi, perché si verifichi l’illecito, è sufficiente che potenzialmente l’opera del professionista possa essere condizionata da rapporti di interesse con altra parte (fattispecie che sancisce il reato di pericolo e non di danno, ex multis CNF sentenza del 29.07.2016 n. 265). Anche la Cassazione è intervenuta sul punto con la recente decisione n. 6197/2021, sanzionando con la nullità il mandato professionale auto-conferito dall’avvocato nel suo ruolo di amministratore di sostegno.

Per non incorrere in ipotesi di conflitto di interessi l’avvocato ads dovrà considerare che i parenti non sono suoi clienti (solo con sentenza 17.07.2013 n.102 del CNF un professionista ha visto annullata la sanzione disciplinare comminata dal COA di appartenenza).

Anche la gestione di denaro altrui trova regolamento nel codice disciplinare (cfr. art. 30) ed è occasione di sanzioni (cfr. CNF con sentenza 26.08.2020 n. 164) quando afferma che costituisce gravissimo illecito disciplinare il comportamento dell’avvocato che, nella sua qualità di amministratore di sostegno o tutore del beneficiario o dell’interdetto, prelevi indebitamente dal conto corrente di questi ingenti somme, ingiustificate e comunque non autorizzate dal Giudice tutelare, quand’anche a preteso titolo di rimborso spese (Nel caso di specie l’avv-AdS, approfittando della propria funzione, prelevava indebitamente dal conto corrente dell’interdetto circa un milione di euro. In applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha ritenuto congrua la sanzione disciplinare della sospensione dall’esercizio della professione per anni cinque).

L’avvocato ads è tenuto anche al rispetto del dovere di verità nei rapporti con i colleghi (artt. 50 e 19) pertanto laddove si trovi nella condizione di non poter seguire allo stesso tempo verità e mandato, leggi e cliente, la sua scelta deve privilegiare il più alto e pregnante dovere radicato sulla dignità professionale, ossia l’ossequio alla verità ed alle leggi spinto fino all’epilogo della rinunzia al mandato in virtù di un tale giusto motivo, astenendosi dal porre in essere attività che siano in contrasto con il prevalente dovere di rispetto della legge e della verità (Nel caso deciso dal CNF con sentenza 19.03.2018 n. 8 l’avvocato accusava il Collega di mala gestio nell’espletamento dell’incarico di amministratore di sostegno, circostanza del tutto sconfessata anche dal Giudice Tutelare che aveva sempre approvato la condotta dello stesso, rimarcandone l’alto senso di professionalità. In applicazione del principio di cui in massima, il CNF ha ritenuto congrua la sanzione disciplinare della censura).


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