01.05 - Altra indicazione frequente è quella del c.d. “doppio binario”, come criterio che deve ispirare tutte le decisioni in materia. Cosa significa esattamente?

Per doppio binario si intende la necessità per il Giudice di far capo, in maniera intrecciata, a quelli che sono i due principi fondamentali dell’Ads: “non abbandonare”, “non mortificare”.

Il primo criterio è sicuramente quello fondamentale dell’intero istituto. Esistono in Italia situazioni in cui la persona fragile o non è facilmente reperibile come tale, o nasconde i sintomi della fragilità, o è in qualche modo sequestrato dalla famiglia di origine, o si oppone apertamente all’applicazione di qualsiasi misura. Il rischio di tutti questi casi è che una persona la quale avrebbe oggettivamente bisogno di essere protetta dal diritto, resta di fatto sola e abbandonata a se stessa. Ebbene il principio “non abbandonare” significa necessità per tutte le autorità preposte all’attuazione della legge di non lasciarsi intimidire o spaventare da qualcuno degli ostacoli sopra citati e riuscire comunque ad “andare a obiettivo” e cioè mettere in moto l’ala protettiva della legge.

Il secondo principio allude invece alla necessità, soprattutto per il Giudice Tutelare, di non concepire l’offerta della protezione giuridica come una merce di scambio, in vista della sottrazione di qualche diritto o prerogativa facente capo al beneficiando.

Anche da questo punto di vista si può dire che l’ADS sia il contrario dell’interdizione. Quest’ultima ci ricorda un po’ il contratto che Faust fa con Mefistofele: in cambio dell’eterna giovinezza rinunciare alla propria anima; essere disposti cioè, in cambio dell’utilità che ci si assicura, a rinunciare ad una propria posizione fondamentale: “se vuoi la protezione di diritto, devi rinunciare alla tua sovranità decisionale; se non sei pronto a questo scambio, se non vuoi cedere nulla di tuo, non avrai nessuna protezione”.

L’AdS è, come si è detto, il contrario; non c’è nessun do ut des, non c’è nessuna rinuncia prioritaria che sia indispensabile. Certo il beneficiario avrà i suoi doveri, verso se stesso, verso la sua famiglia, verso gli altri. Ma questi doveri sono pur sempre inerenti al suo stato di persona tendenzialmente uguale a tutte le altre o comunque diverse statutariamente soltanto per qualche aspetto. Non sono invece, quei doveri, la contropartita di nulla. Anche le eventuali sottrazioni più o meno temporanee o definitive di poteri, che il GT avrà volta per volta stabilito, non costituiscono la contropartita del beneficio della messa in gioco dell’AdS. Sono le cautele che il Giudice Tutelare avrà deciso sempre per il bene dell’interessato. La protezione è qualcosa che l’ordinamento giuridico fornisce alla persona fragile in cambio di nulla, non è una elargizione generosa da parte della Pubblica Amministrazione, è l’adempimento di un preciso dovere costituzionale. E’ l’attuazione in concreto di “quel diritto al sostegno” di cui ogni persona fragile è portatrice. Nessuna mortificazione insomma.


Cosa cambieresti o aggiungeresti rispetto alle indicazioni di cui sopra?