02.03 - Il Comune (o anche i Consorzi di Comuni) cosa può e cosa deve fare in materia di AdS?

Come si è detto anche sopra, il Comune, al livello di assessorato alle Politiche sociali, deve istituire e sostenere l’Ufficio Sportello; tre interfacce stabili di lavoro: non dire ai cittadini fragili come devono fare le cose, ma farle subito al loro posto.

Una aggregazione (cittadinanza, giudice tutelare e amministratori in carica) di tipo permanente con valenza territoriale. Un tavolo coordinato dall’Assessore alle Politiche Sociali attraverso cui si potranno svolgere diversi compiti: dalla predisposizione del ricorso, alla tenuta di un albo di AdS, alla organizzazione di corsi di formazione e servizi di consulenza gratuita relativa a tutte le problematiche/questioni che di volta in volta possono presentarsi.

Eventualmente in alcune sedi geografiche, date le tradizioni specifiche, potrebbe essere più adatta come location la ASL, in altri casi, forse, anche il Tribunale. La scelta dell’Assessorato alle Politiche sociali ha tuttavia il vantaggio di rimarcare il fatto che i problemi relativi ad un beneficiario sono essenzialmente problemi di carattere esistenziale o comunque vanno visti in tale chiave, nella quale cioè confluiscono aspettative di carattere abitativo, contrattuale, condominiale, sanitario, scolastico, associativo e così via. Gli altri due tipi di insediamento rischiano di enfatizzare qua e là pericolosamente, il momento sanitario oppure quello strettamente giudiziario/processuale.

In pratica ogni Comune dovrà attrezzare un ufficio apposito con eventuali punti sparpagliati nel territorio destinando all’uopo spazi e risorse, costruendo adeguate sinergie con il terzo settore, immaginando computer, telefoni, orari che realizzino gli scopi dell’Ufficio stesso.


Cosa cambieresti o aggiungeresti rispetto alle indicazioni di cui sopra?