La Regione ha il compito fondamentale di far decollare la base di tipo amministrativistico sulla quale sbocceranno poi i vari apparati amministrativistici di cui sopra.
Occorre quindi che in ogni Regione vengano messe appunto Leggi Regionali che indichino già chiaramente il modello orientativo dell’Ufficio Sportello per l’ADS che i singoli Comuni (o anche i Consorzi di Comuni) dovranno mettere a punto per farlo decollare. La Regione dovrà far capire che nessun comune si potrà sottrarre a questo impegno, potrà indicare eventualmente i dettagli più importanti di tale Ufficio Sportello ad esempio prevedendo quale, a seconda dei casi, sia l’Ente più adatto in ciascun contesto (Assessorato alle Politiche Sociali piuttosto che ASL o al limite Tribunale o altro ancora) deputato a promuovere/ospitare l’ufficio stesso. Più altre indicazioni concernenti ad esempio le risorse di personale da coinvolgere in questa impresa, i margini di coinvolgimento del volontariato e così via. Importante sarà la previsione di congrue risorse finanziarie, anche per voci che soltanto la Regione può coprire/agevolare (ad esempio il fondo per le indennità di ADS di beneficiari senza alcun reddito). Al momento le Leggi Regionali in materia di AdS sono state emanate dalla Regione Friuli Venezia Giulia, Liguria, Toscana, provincia autonoma di Trento e Emilia Romagna. La Lombardia ha introdotto una legge istitutiva degli Uffici per la protezione delle persone fragili così come la Sardegna ed il Piemonte che si appoggiano a delle Associazioni del Terzo Settore.
In altre regioni tra cui il Lazio e la Puglia sono in corso le stesure dei progetti finalizzati alla presentazione di una legge regionale in materia di AdS.