01.10 - Ai convegni si sente spesso parlare della necessità di prestare attenzione alla c.d. “immagine dell’istituto”, cosa vuol dire?

Une delle ragioni che complicano spesso nella quotidianità applicativa la vita dell’AdS è data dalla resistenza istintiva che quasi tutti avvertono nei confronti del diritto: il fatto stesso di un nuovo provvedimento giudiziario che ci riguarda viene vissuto come una minaccia alla nostra sovranità, alle nostre abitudini di vita, al tram tram al quale siamo affezionati. Soprattutto il timore è che l’AdS non sia troppo diversa dall’interdizione e dall’inabilitazione, nel fatto di comportare comunque l’avvento di restrizioni alla propria libertà e autonomia.

All’AdS servirebbe oggi soprattutto una buona “propaganda”, ovverossia una campagna promozionale che sottolinei la profonda diversità strutturale del nuovo istituto e che radichi nel vissuto collettivo una immagine sostanzialmente di servizio, non oppressiva, efficiente per raggiungere alcuni obiettivi pratici.

Si tratta di esaltare in questa propaganda le componenti di sovranità che ci sono effettivamente nella disciplina dell’istituto: per quanto riguarda il diritto a disinterdirsi, l’indicazione dell’amministratore, la centralità delle proprie aspirazioni, il diritto all’informazione e al reclamo, ecc.. Soprattutto il fatto che molte amministrazioni di sostegno oggi non sono di tipo incapacitante, sotto nessun aspetto. L’immagine da favorire e da diffondere sarebbe insomma quella di un AdS come una sorta “procura vigilata”, istituto che esiste effettivamente in alcuni paesi stranieri. Anche in Italia in sostanza come in quei paesi è come se il beneficiando fosse lui a dirigere l’orchestra, segnalando i suoi problemi al giudice, indicando chi va nominato amministratore, segnalandogli tutti i dettagli da mettere dentro il decreto: quel giudice tutelare è confinato in sostanza al semplice compito di un “vigilante” che controlla che tutto ciò che l’interessato ha delineato e immaginato non nasconda qualche inconveniente. In questa prospettiva l’AdS si ridurrebbe a qualcosa di non troppo dissimile in sostanza rispetto alle deleghe che ognuno di noi conferisce occasionalmente all’amministratore di condominio, al portiere di casa, alla Banca, al commercialista, al proprio fiduciario nelle Associazioni. E’ chiaro che sarebbe una immagine corrispondente a molte delle situazioni oggi in vigore, ma non proprio a tutte: comunque riuscire a fare di questa l’immagine leader indubbiamente semplificherebbe la vita dell’istituto in molte situazioni.


Cosa cambieresti o aggiungeresti rispetto alle indicazioni di cui sopra?